mercoledì, marzo 24, 2010
Il signor G sul ponte
L'acqua che passa, l'acqua che scorre,/tira un gran vento e piove un po'/è notte fonda, c'è qualche lume/sto sopra il ponte e guardo il fiume./A cosa pensi, mio signor G?/Pensi alla vita a ciò che finì/a ciò che hai detto, a ciò che hai fatto/al tuo coraggio, al tuo passato, che è già passato!/L'acqua che passa, l'acqua che scorre/dentro quel buio, oltre quel buio/fa molto freddo, è quasi inverno/sto sopra il ponte in un inferno./In un inferno, mio signor G/via, non diciamo frasi così/"tutto s'aggiusta" questo è il tuo motto/non lo ricordi, hai sempre avuto quello che hai dato./L'acqua che passa, l'acqua che scorre/come una nenia che non finisce/io che la guardo come assopito/ci farei un tuffo tutto vestito./Tutto vestito, mio signor G/ma lascia stare va via di lì/ritorna a casa tra le tue mura/tra i tuoi parenti, se hai strane voglie pensa a tua moglie./L'acqua che passa, l'acqua che scorre/che non riflette neppure una stella/passa una coppia, vive qualcuno/e su quel punte non c'è più nessuno...
Che ne sarà del signor G? Secondo me è scappato via, è tornato a casa, dalla sua moglie e dai suoi figli. Non riesco ad accettare che si sia suicidato. Poi insomma, sta canzone è solo a metà spettacolo...
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento